Campagna Cane Guida Blindsight Project

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UOMO CIECO CON CANE GUIDA UCCISI DA VEDENTE CHE NON LI HA VISTI

Attraversare la strada guidati dal proprio cane perché si è ciechi diventa sempre più difficile: è di oggi la tragica notizia di un uomo cieco ucciso da un'auto, insieme al suo cane, nel torinese. L'assurdità è nel fatto che chi guidava l'auto ha dichiarato di non averli visti! La notizia intera da La Stampa.
Personalmente sono diventata cieca proprio perché qualcuno non mi ha vista mentre faceva una retromarcia, e continuano a non vedermi anche ora che cammino con un cane guida.
Tralasciando la situazione penosa che in Italia si vive riguardo la sicurezza stradale, praticamente assente, viene spontaneo chiedersi: perché oltre ai controlli (giustissimi) nei confronti di chi percepisce una pensione come cieco civile, che hanno rivelato non pochi finti ciechi, non si controlla anche periodicamente la vista di chi guida?
Come mai nessuno sa che un bastone bianco ha la precedenza assoluta SEMPRE e OVUNQUE? Anche se il povero cieco falciato nel torinese non portava il bastone, come si fa a non vedere un cane bardato come lo sono i nostri cani?
E perché i vedenti raramente collegano gli occhi al cervello??
Ad esempio nella mia città, Roma, siamo tanti, le auto e le moto ancor di più, eppure mi sento ripetere come un mantra, mentre cammino con il mio cane guida e veniamo investiti da tutti, passanti e non: "scusa, non t'avevo vista!", e tutti addosso a me e al mio cane, come se fossimo invisibili fino al momento di un impatto.
Scrivo per memoria, visto che anch'io, e tutti gli altri come me, quando usciamo di casa non sappiamo mai se ci ritorneremo, e non perché un cane ci fa perdere ma perché nessuno ci vede! Se un giorno dovessi far la fine di questo uomo ucciso nel torinese, di soli 43 anni, vorrei che chi mi vuol bene, anziché piangermi, si impegni affinché la sicurezza stradale diventi una realtà anche italiana e, soprattutto, che si capisca che gli occhi sono solo banali obiettivi se rimangono scollegati da ogni attività cerebrale.
Fa male sapere che chi può vedere sia più cieco di me, ed è proprio vero che al cervello non servono gli occhi per vedere

Nell'immagine gli occhi di chi guida.

IL NOSTRO ADDESTRAMENTO (terza parte)

Seguire i percorsi che decideva Artu è stato per me un esercizio, o addestramento, fantastico. Spiego meglio: uscivo da casa e non dicevo assolutamente niente ad Artu, che alla fine della stradina si trovava un po' in difficoltà, non tanto per il dubbio, ma forse per la paura di non aver sentito se dicevo qualcosa. Di solito, se non dicevo nulla, mi portava direttamente al bar dove solitamente facevo colazione, uno dei pochi a Roma che non mi faceva storie per via del cane e il più vicino a casa mia. C'è da dire che per un lungo periodo io mi sono ritrovata a vivere come un automa, telecomandata, solo dalla mia coscienza però e non da altri, se non in piccola parte proprio dal mio cane.
E' stato il periodo in cui ho cercato di accettarmi com'ero ridotta, e di umani ho già detto che non ce n'erano ad aiutarmi.
Tornando ai percorsi decisi dal cane, mi accorsi che questo modo di camminare mi consentiva di

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